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Al Direttore | 24 maggio 2015, 18:01

La Liguria tra la Francia e i Savoia. Fermenti patriottici raccontati da Pierluigi Casalino

"Nell'agosto del 1794 Papa Pio VI con la bolla 'Auctorem fidei' condannava il giansenismo, dottrina che si era gradualmente affermata in Liguria, in particolare nel Ponente..."

Papa Pio VI

Papa Pio VI

"Nell'agosto del 1794 Papa Pio VI con la bolla 'Auctorem fidei' condannava il giansenismo, dottrina che si era gradualmente affermata in Liguria, in particolare nel Ponente, stante la vicinanza con la Francia, dove l'eresia si era originata. Il pensiero giansenista predicava il ritorno della Chiesa alle sue radici, limitando la sua influenza negli affari civili nel nome della democrazia del credente. Quando giunse la notizia della condanna dei giansenisti, il vescovo di Noli, Benedetto Solari, ex docente di teologia dogmatica si rifiutò di accettarla e da tale evento derivò un contrasto tra innovatori e conservatori che si andò ad inserire nel clima polemico provocato dalla Rivoluzione Francese.

I reazionari colsero l'occasione per accusare i preti che accettavano la costituzione del clero sancita dai francesi. Anche a Loano, ad Oneglia, a Sanremo e in altri centri la diatriba religiosa tra giansenisti e anti-giansenisti si andava intrecciando con quella tra giacobini e fautori dell'ancien règime, tra partigiani dei francesi e degli aristocratici legati ai Serenissimi della Repubblica Ligure. Genova temeva, dunque, il peggio con l'avanzare dei francesi. nonostante le proteste del governo genovese, la Liguria ai primi di giugno del 1795 divenne teatro di guerra. Gli austro-piemontesi e i francesi si affrontavano ormai apertamente sul territorio ligure: le truppe della coalizione antifrancese si attestarono nella zona di Vado e a Savona, giungendo da nord, mentre le forze francesi si stabilivano nel Finalese e e a Loano, provenienti da Sanremo e prendendo posizione presso il promontorio della Caprazoppa, dove costruirono numerose fortificazioni per affrontare l'urto con le armate avversarie. Arbitro del conflitto fu il generale Napoleone Bonaparte, che supplendo al mancato successo dei colleghi Jourdan e Moreau nel puntare su Vienna, sbaraglia gli austro-piemontesi in diverse battaglie che consentono all'Armée di dilagare in Liguria fino a Voltri. Gli occupanti francesi chiedono agli aristocratici di abbandonare il potere, ma i Serenissimi, ignorando l'ultimatum, inviarono al Direttorio a Parigi il governatore di Sanremo, Vincenzo Spinola, per proporre un accordo: prestito di sei milioni alla Francia in cambio dell'assicurazione che Oneglia e Loano non saranno restituite ai Savoia, offrendo anche la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici filofrancesi.

La fronda anti-oligarchica tuttavia riprese fiato e inneggiando al popolo sovrano a Genova e nella restante Liguria e forti dell'appoggio napoleonico diedero vita a moti rivoluzionari che sfociarono in un conflitto civile che portò al tramonto della Repubblica Ligure e alla sua sostituzione con la nuova Repubblica democratica borghese. La Riviera divenne così un centro di patrioti e di rivoluzionari. Nel 1814, quando la stella napoleonica volgeva al tramonto, Metternich sottolineò l'esigenza che Genova e la Liguria tutta venissero sottomesse ai Savoia, in quanto covi di intelligenze segrete e di amanti della libertà italica e delle libere istituzioni contrarie alla Santa Alleanza. In effetti a La Spezia, a Savona e nella Riviera di Ponente esistevano centri molto attivi di patrioti. Il governo piemontese, per punire la città di Porto Maurizio, 'già nido di frammassoni, di giacobini, di costituzionalisti, ancora tutta vibrante della propaganda rivoluzionaria di Filippo Buonarroti' e del delle dottrine insegnate con il 'Catechismo sui diritti dell'uomo' non la volle accettare come capoluogo del circondario, le tolse il Tribunale di commercio, trasferito ad Oneglia, e nel 1818 la privò anche della scuola di filosofia diretta dal profugo napoletano Michele de Tommaso che dopo il 1821 venne costretto all'esilio. Prima dell'annessione della Liguria agli stati sardi, il savonese Benedetto Boselli aveva pubblicato a Parigi uno scritto dal titolo 'Nota di un Italiano agli alti principi alleati sulla necessità di una Lega italiana per la pace d'Europa', avanzando la tesi dell'indipendenza di Genova in funzione dell'indipendenza d'Italia. Fermenti patriottici serpeggiavano ormai apertamente da Nizza a Ventimiglia, alle due Riviere.

Pierluigi Casalino".

Redazione

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