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Al Direttore | 23 maggio 2015, 21:01

Sanremo e la Riviera, fedeli al loro destino di sole fin dall'antichità

Pierluigi Casalino; " L'annuncio della fedeltà di Sanremo e della Riviera ad un destino di sole si propagò nei secoli e anche nei periodi oscuri di scorrerie e di barbarie non venne mai meno l'unione di questa terra con la luce"

"Si è detto spesso che l'attenzione dei ricchi romani fu attratta soprattutto dalla Riviera ligure di Ponente e dalla vicina costa ora francese. Furono in effetti costruite molte ville lungo il percorso della via Julia Augusta, in particolare nelle stazioni stradali ad ovest di Albium Ingaunum (l'odierna Albenga), tra cui Lucus Bormani (l'attuale Diano consacrato alla dea Diana, anche per precedenti culti lunari celto-liguri) e Costa Bellenae (Taggia e dintorni, compresi i celebri ed ubertosi Orti Porciani), mentre Aquilia, divenuta nel Medioevo Laiquiglia, oggi Laigueglia, e Aquilianum (la zona di Quiliano-Vado e della limitrofa Sabazia, patria dell'imperatore Pertinace) si configuravano più come 'castra', oltre che nodi di trasferimento militare, nonostante che Aquilia venisse apprezzata per la sua posizione felice di passaggio collinare da e verso Andora, già colonia greco focese come Nizza e Marsiglia, e di località di incomparabile bellezza naturale da cui si scorgeva la stupenda isola Gallinara (più tardi rifugio di San Martino di Tour), celebrata per i coralli e l'unicità della sua flora e della sua fauna. Una leggenda narra che Vada Sabazia (nota per la sua rada, la cui attività commerciale era dotata di un faro sull'isolotto di Bergeggi, che dopo l'epoca romana fu, con la stessa Gallinara, feudo dei monaci di Lerins che vantavano peraltro il potere anche su Seborga), richiamò una forte immigrazione, favorita traffico del legname, proveniente dai boschi dell'entroterra, sia sprofondata improvvisamente nello stagno Lusso: corso d'acqua adesso ridotto a modesto rigagnolo, sul quale, a primavera, fioriscono le pervinche. Vada Sabatia beneficiò dell'ostracismo imperiale dato a Savona e fu appunto per almeno due secoli il punto di confluenza marittima del movimento marittimo-mercantile da tutto l'hinterland ligure-piemontese.

La sua res-pubblica comprendeva Navaglia (Cogoleto), Alba Docilia (Albisola Superiore), Navaglia di Ponente (Noli) e Varicottis (oggi Varigotti). Ad Albenga, invece, la nuova tecnica colonizzatrice romana valorizzò le risorse della prodiga pianura ingauna, finché la crisi terriera non determinò anche là la divisione del territorio agricolo in vasti lotti. Passato il centro di Albintimilium (Ventimiglia) si giungeva al Varo (situato nel nizzardo) e di qui  ci si spingeva, riprendendo il percorso dell'eroe mitico Eracle (l'Ercole dei latini), verso Marsiglia e l'Iberia. Porto Ercole (la Montecarlo dei nostri giorni) e in seguito la Turbie costituirono momenti di intensa presenza romana. Ma il luogo che maggiormente sedusse i romani a Ponente fu Villa Matutiana, che prendeva il nome dell'antica divinità Mater Matutia, anch'essa forse di origine italia o meglio celto-ligure. Si può fantasticare nella memoria di questa antica e magica terra: si dice, infatti, che un illustre cittadino romano di passaggio rimanesse così affascinato dal cielo, dalle colline e dal mare di quella che sarebbe diventata Sanremo da chiedere agli dei di poter ritornare in questo angolo di paradiso.

I romani venerarono in Matutia la dea dell'Aurora, dea della maternità, e a tale culto si riferì proprio quel nobile romano, che, innamorato di Sanremo, vi tornò, forse davvero per volontà degli dei, per ospitare la moglie  in attesa di un bimbo: bimbo che nacque felicemente. Villa Matutiana, baciata dal sole, divenne centro assai frequentato dai romani. L'annuncio della fedeltà di Sanremo e della Riviera ad un destino di sole si propagò nei secoli e anche nei periodi oscuri di scorrerie e di barbarie non venne mai meno l'unione di questa terra con la luce. 


Pierluigi Casalino".

Redazione

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