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| 26 aprile 2015, 09:20

La storia di Lorenzo Hu: dalla Cina ad Arma di Taggia

“Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d'Erminia, di Persia e di Tarteria, d'India e di molte altre province” scriveva Marco Polo nel suo Milione, best seller del 1200

La storia di Lorenzo Hu: dalla Cina ad Arma di Taggia

Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d'Erminia, di Persia e di Tarteria, d'India e di molte altre province” scriveva Marco Polo nel suo Milione, best seller del 1200.

La Cina che conosciamo oggi in realtà non la conosciamo affatto.  Pensiamo di avere un’idea precisa di cosa rappresenti la cultura cinese attraverso i loro piatti tipici, che consumiamo  in ristoranti che di cinese forse hanno solo le bacchette, comprando in negozi a prezzi competitivi e soprattutto con il tarlo che questo popolo abbia il dono dell’immortalità, dovuto all’assenza totale del loro contributo alle pompe funebri.

Chi ha avuto la fortuna di viaggiare nelle terre descritte da Marco Polo, avrà una visione diversa della cultura e del popolo cinese. Per chi non avesse la possibilità di mettersi in viaggio per la terra della Grande Muraglia, vi raccontiamo, con la tipica capacità di sintesi cinese, la storia di Lorenzo Hu: un ragazzo che parlerebbe un italiano perfetto, non fosse per il marcato accento bresciano, che pronuncia benissimo la erre,  che vive e lavora ad Arma di Taggia e che tutti vedendolo, scambierebbero per un modello.

Dalla Cina alla Provincia di Imperia: due mondi così lontani, ma che si stanno avvicinando. Come ti trovi a vivere qui?

Vivo in Italia dal 1997, da quando avevo solo 7 anni. Ho vissuto per 15 anni a Brescia. Per motivi di lavoro e altro, mi sono spostato nella provincia di Imperia. Mi trovo molto bene.

Le comunità cinesi sono molto riservate. Puoi parlarci delle vostre feste tipiche, e delle tradizioni che avete importato anche qui?

No, non è vero che la cultura cinese sia così riservata come può sembrare. Forse tanti cinesi, non sapendo bene la lingua italiana, non sanno come condividere la propria cultura e le proprie tradizioni . Non saprei quali feste citare in modo particolare, ma ce ne sono alcune molto importanti, come ad esempio il capodanno cinese, che è davvero sentito e partecipato.

Torni ancora in Cina? Porti qualche prodotto tradizionale della nostra provincia con te?

Quando c’è la possibilità torno in Cina. Al momento purtroppo sono passati 10 anni dal mio ultimo viaggio a casa.  Quando sono tornato in Cina ho portato con me le specialità di Imperia e della Liguria e sono state molto apprezzate.

Come comunichi con la tua famiglia in Cina? Con lettere, mail o Skype?

Con un semplice telefonata, è più diretta e veloce. A volte utilizzo anche Skype certo.

Puoi dirmi tre cose che apprezzi di questa provincia?

Certo, sono cose molto semplici, ma fondamentali: le persone , il clima e  il mare.

Veloce, rapido conciso. La sintesi di un popolo millenario che riesce ad adattarsi ad ogni epoca, con sacrificio e rispetto del lavoro. E soprattutto un popolo religioso:

“La religione insegna ai cinesi che siamo tutti come gocce di un grande fiume che va.” Vittorio Buttafava

 

Stefania Orengo

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