Tra pochi giorni aprirà i battenti a Milano l'Expo2015, un evento che avrà una visibilità planetaria, sull'alimentazione e sulla sostenibilità dell’agricoltura "buona, pulita e giusta". Però l'ISDE Italia, l’associazione dei medici ambientali, denuncia ancora l'uso predominante nell'agricoltura tradizionale, dei pesticidi in Italia e delle devastanti conseguenze che ha per la salute umana e per la biosfera. L'allarme pesticidi nella nostra regione è tenuto sotto controllo da Arpal, l’unico laboratorio in Liguria che effettua analisi chimiche su campioni di alimenti come frutta, verdura, tè o caffè per verificare il rispetto delle concentrazioni di residui, stabilite dalla Normativa. Quello Arpal è un metodo UNI accreditato per questa tipologia di analisi. Nicola Dell’Amico, dirigente responsabile del settore analisi strumentale del laboratorio Arpal della Spezia, ha dichiarato che: «Poco più dell’1% dei campioni che analizziamo supera i limiti e quando capita, avvisiamo con Posta Elettronica Certificata Sanità Marittima o Asl, gli enti con cui collaboriamo per questa attività. Prelevano i campioni da analizzare e fanno scattare sequestri, respingimenti e allerta sanitari su tutto il territorio italiano e comunitario».
Però purtroppo a noi consumatori questi dati non ci bastano, visto l’inquietante messaggio che emerge con forza da parte di oncologi, pediatri, ricercatori chimici, agronomi, biologi e contadini a pochi giorni dall'Expo2015, sul fatto che i pesticidi siano più pericolosi di quanto abbiamo creduto finora! I pesticidi oltre ad essere neurotossici e causa di tumori, risultano responsabili anche di altre patologie come: Alzheimer, SLA, morbo di Parkinson, patologie cardiovascolari, autoimmuni e renali, malformazioni e difetti di sviluppo, asma professionale, bronchite cronica, disordini riproduttivi, malattie della tiroide e diabete. I dati sono allarmanti, infatti, in Italia si ammalano di tumore ben 1.000 persone al giorno ed i morti all’anno sono circa 200.000. Purtroppo una percentuale significativa di queste patologie è strettamente legata all’inquinamento ambientale.
Secondo la rivista Science, l’Italia continua ad essere, uno dei maggiori utilizzatori di pesticidi ed erbicidi per ettaro in Europa, assorbendo, da sola, il 33% del mercato comunitario di insetticidi. Nella nostra provincia alcune aziende di prodotti chimici, anzichè proporre i pesticidi solo ai consorzi agrari o a negozi specializzati, li vendono, in modo indiscriminato, direttamente ai contadini, che sono spesso impreparati circa gli effetti, per la salute e l’ambiente, di quanto utilizzato nei propri campi.
Eppure, oggi ci sarebbero le tecniche, le conoscenze ed i prodotti per cambiare atteggiamento e affidarsi totalmente all’agricoltura biologica, più sana e meno impattante sull’ambiente. Perchè non lo si fa? La risposta è ovvia: le cose non potranno mai cambiare finchè continueranno ad esserci interessi economici e soprattutto la complicità politica. A noi consumatori, non resterà altro che, lavare molto bene le verdure e sbucciare sempre la frutta!