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In Breve

| 30 marzo 2015, 17:00

Dal Parasio al mare. Meglio se a rotta di collo

Dopo il successo dell’edizione 2014, a Imperia è andato in scena il bis della specialità più pazza e adrenalinica delle due ruote a pedali: il downhill urbano, su tracciati ripidi, stretti e pieni d’ostacoli.

Dal Parasio al mare. Meglio se a rotta di collo

Portare quelle biciclettone super molleggiate dai boschi ai carruggi, è stata la prima vittoria dello sport anticonformista a Imperia. Dopo il successo dell’edizione 2014, è andato in scena il bis della specialità più pazza e adrenalinica delle due ruote a pedali: il downhill, letteralmente discesa libera, giù a rotta di collo su tracciati ripidi, stretti e pieni d’ostacoli. Curioso: lo slogan dell’evento - dal Parasio al mare - è lo stesso del progetto cittadino di abbellimento e riqualificazione di spazi urbani nel nucleo storico di Porto Maurizio.

Novanta metri di dislivello, dalla cima del promontorio alle spiagge della Marina, tanto basta per inventare una manifestazione che ha raccolto più di 200 atleti da mezza Italia e anche dall’estero. Ha trionfato un “rider” d’eccezione, il torinese Claudio Gambirasio, davanti al campione di casa Francesco Fregona e due fortissimi francesi (Richard Marini e Martin Cedric). Tutti capaci di sfidare la gravità sul percorso della Fox Urban Downhill, 700 metri di scalinate assortite, gradini e gradoni, curve a gomito e salti. I più bravi atterravano in fondo in meno di un minuto e mezzo. È la prima gara di questo tipo che si svolge in Liguria. Portare gente al Parasio? In quel vuoto siderale che si annida tra panorami e scorci stupendi ma sconosciuti ai più? Da anni ci sta provando il comune ma con scarsi risultati. Abbiamo ascensori semoventi, spesso guasti, che dovrebbero trasportare frotte di turisti da laggiù a lassù. Migliaia di piastrelle posate su strade che furono bituminose e sono rimaste altrettanto desolate. Un effetto però l’hanno sortito: far incavolare parecchio i residenti per la cronica mancanza di parcheggi. Poi non un bar, un negozio o un ristorante aperto nella zona più alta, quella da cui scattavano i discesisti nella loro fuga pedalatoria verso il basso.

La prossima volta sarebbe d’uopo fornire agli atleti scalpitanti dei bagni dove espletare le loro funzioni fisiologiche. Esistono quei gabbiotti chimici, facilmente installabili. Altrimenti gli abitanti mugugnano inevitabilmente, a vedere qualche anfratto trasformato in orinatoio. Il Parasio è una perla, con caratteristiche uniche: c’è una straordinaria vocazione turistica e sportiva pronta all’uso, se solo sapessimo sfruttarla al massimo. Dal Parasio al mare, esattamente. È tutto concentrato lì, in meno di cento metri di differenza altimetrica che alcuni spericolati si bevono in un attimo. Eventi così, probabilmente, promuovono la città molto più di quanto possiamo immaginare. Intorno a queste nicchie sportive girano migliaia di appassionati. Qualcuno magari tornerà al Parasio per più di 90 secondi, il tempo di una folle discesa.

Luca Re

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