ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
 / Al Direttore

Al Direttore | 01 febbraio 2015, 07:10

La Rivoluzione di Sanremo, la storia della città matuziana raccontata da Pierluigi Casalino

"Le aspirazioni indipendentiste di Sanremo e della sua gente nei confronti del dominio di Genova si manifestarono con i moti insurrezionali del 1729 e con quelli più sanguinosi del 1753"

La Rivoluzione di Sanremo, la storia della città matuziana raccontata da Pierluigi Casalino

"Le aspirazioni indipendentiste di Sanremo e della sua gente nei confronti del dominio di Genova si manifestarono con i moti insurrezionali del 1729 e con quelli più sanguinosi del 1753. Particolarmente decisa infatti fu, nelle giornate di giungo del 1753 la reazione dei 'sanremaschi' alla presenza coloniale della Superba. Stanca dei soprusi e dei provvedimenti impopolari assunti dai genovesi, che l'avevano impoverita, Sanremo insorse. Al grido di 'Viva Sanremo, Viva i Savoia', scoppiò una violenta ribellione (che avrà qualche imitazione in quella americana e successivamente in quella francese) contro gli occupanti genovesi. E la ragione era profondamente fiscale. I rivoltosi, ai quali si unirono indistintamente aristocratici, clero e popolani, scesero nelle strade, chiedendo subito la protezione del Regno di Sardegna.

Contemporaneamente delegati di Sanremo sondavano la corte di Torino per ottenere l'annessione della città e del suo territorio al Piemonte. Le autorità piemontesi, colte di sorpresa dagli eventi, reagirono con cautela, e non senza una certa dose di interessato calcolo politico. Alla notizia dell'arrivo degli inviati sanremesi, l'ambasciatore genovese a Torino non mancò di esercitare subito forti pressioni contrarie. Trascorsi i primi momenti di smarrimento, gli emissari di Sanremo ricevettero attestati di simpatia da parte della pubblica opinione piemontese e in segreto riuscirono a far breccia nei sentimenti prudenti della cancelleria sabauda. I delegati sanremesi non restarono a mani vuote. Anzi misero a punto un intelligente piano diplomatico per superare le difficoltà in cui versava la causa matuziana, a conti fatti, nel contesto internazionale, disperata.

Gli esuli sanremesi rifugiati a Perinaldo godettero, intanto, di una certa tolleranza piemontese. Nello stesso tempo, Austria e Inghilterra, per ragioni e fin i diversi, si schierarono apertamente a fianco di Sanremo. Più complessa fu la posizione della Francia. Parigi, alle prese con  la questione corsa (sulla quale si misurava con Genova), che seguiva direttamente, nella speranza, concretizzatasi più tardi, di acquisire l'isola da una Genova in declino. A sua volta, l'Austria vantava ancora antichi diritti su Sanremo in un quadro internazionale in grande movimento. Se gli appelli dei sanremesi a Torino non furono del tutto inascoltati, nonostante l'iniziale comprensibile freddezza, fu anche a causa dello spinoso problema del confine ormai secolare tra Genova e Savona. La contesa geopolitica tra le due potenze era accesa. I Savoia avevano acquisito Nizza nel 1388, Oneglia nel 1567 e Seborga nel 1729, con disappunto della Superba, mentre secolari dissidi sulla linea di confine tra i due stati interessavano anche Pornassio, Viozene e altri centri minori e veniva rivendicato inoltre dai due contendenti il diritto di signoria su paesi come Rezzo, Zuccarello, Sassello e altri ancora.

Il Piemonte, che sarà in seguito definito la Prussia italiana, mirava ad espandersi verso il mare e a sua volta Genova temeva l'accerchiamento da parte di un nemico vicino, dietro il quale intravvedeva minacce più lontane e potenti. L'insurrezione 'sanremasca' mise in crisi il relativo status quo dettato dall'artificiosa pacificazione imposta dall'esterno ai due storici nemici. Finirono per esserne coinvolti tutti gli attori del dramma europeo. Si accelerò la decadenza di Genova con l'inevitabile cessione della Corsica alla Francia. L'esito della rivolta di Sanremo non fu certo vincente, ma aveva dimostrato quanto sensibili fossero i sanremesi ai soprusi fiscali.  Allontanandosi, successivamente, la tempesta rivoluzionaria del 1789 e tramontata la stella napoleonica, la questione sanremese tornò d'attualità con il ritorno dell'ancien régime.

Il Congresso di Vienna tuttavia soffocò sul nascere ogni nuova istanza di Sanremo, sancendo, questa volta, la forzata incorporazione dell'intera Liguria nel Piemonte. La Sanremo del passato, apprezzata per il suo clima e gelosa delle sue fortune, non esisteva più. Stava per nascere la Sanremo che conosciamo, amata e celebrata per il suo universale messaggio di spensierata allegria. E capace di una rivoluzione finalmente vincente con i suoi eventi, nonostante i difficili tempi della crisi facciano ricordare le imposizioni di ieri e non così dissimili da quelle di oggi.

Pierluigi Casalino".

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium