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Al Direttore | 16 dicembre 2014, 16:48

Sanremo: discussione sui tanti clochard in città, la risposta di Adriano al nostro lettore Davide

Sanremo: discussione sui tanti clochard in città, la risposta di Adriano al nostro lettore Davide

Il nostro lettore Adriano ci ha scritto per rispondere a Davide nelle discussione sui clochard a Sanremo:

"Io non ho mai asserito che l’esistenza di un problema non né elimina un altro. Sulle teorie sociologiche degli americani diffido. Una società in cui l’alcool si compra dietro a vetrine imbiancate ma le armi sono pressoché in libera vendita, mi fa molta paura in termini d’ipocrisia. E difatti i risultati si vedono, sia per l’alcolismo sia per gli effetti delle armi. Di certo il deterioramento sociale è la cattiva terra da cui la criminalità cresce e si sente legittimata. Di sicuro ce chi ne approfitta, organizzando sulla povertà il proprio illecito arricchimento. E alla stazione di Sanremo credo ci sia un caso tra questi. Ciò non toglie che è da miserabili far finita che la povertà non abbia motivi sociali. E miseria e un termine preso 'paro paro' da un grande libro di Hugo. Non l’ho scelto a caso, ma per la storia e i personaggi. Esiste difatti anche la redenzione e tanti altri miracoli capaci di far breccia nell’animo umano, mentre i peccati capitali, sono quelli che affossano e fiaccano anche il migliore degli spiriti. Il non fare il proprio dovere e arricchirsi alle spalle degli altri, senza misura, è il peccato più grave di tutti oggi come oggi. Mafia capitale docet. Così vorrei segnalare a chi fosse interessato 'La coscienza a posto: apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti' di Italo Calvino, apparso per la prima volta su la Repubblica il 15 marzo 1980, ripubblicato in Romanzi e racconti (Meridiani Mondadori, 1994) e sulla rivista "Lo straniero", n. 72 del giugno 2006. Rimango dell’opinione che segnalare un problema come quello della povertà è giusto, mentre disdegnare la povertà, come se si fosse infastiditi dalla sua presenza, rispetto alle vetrine natalizie, alla ricchezza propria e altrui, sia miserabile. Insomma pur avendo il mio cuore a sinistra, mi sento male a pensare alle olimpiadi e non al disagio, alla sanità, alla giustizia, alla casa, al lavoro, alla scuola, e chi più ne ha più ne metta. E credo che questo pensiero sia condiviso da molti, anche quelli che il cuore lo hanno da altre parti. Alle testate giornalistiche spesso si dovrebbe dire grazie, perché molte volte sono le uniche che informano i cittadini dei problemi e sono di certo un fondamentale ed insostituibile ruolo sociale".

Carlo Alessi

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