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| 29 novembre 2014, 16:25

Arma di Taggia: convegno di Legambiente sulla situazione della raccolta differenziata in provincia

Quasi tutti i comuni liguri registrano una percentuale di raccolta differenziata al di sotto del 35%. Un dato allarmante, soprattutto se contrapposto a quello di regioni come la Campania che, al di là di quanto si possa pensare, sfiorano tranquillamente il 65%.

Un momento del convegno

Un momento del convegno

Si è svolto questa mattina ad Arma di Taggia presso Villa Boselli il convegno pubblico organizzato dal presidio di Legambiente della Valle Argentina con la collaborazione del Comune di Taggia, a cui hanno preso parte il Sindaco Vincenzo Genduso, Stefano Ciafani e Santo Grammatico rispettivamente Vice Presidente Legambiente Nazionale e Presidente Legambiente Liguria, Dino Vincenti e Daniela Lantrua in rappresentanza di Legambiente Valle Argentina.

In questi giorni è in corso la settimana europea di raccolta dei rifiuti, il convegno si inserisce dunque in un contesto di riflessione internazionale sulla raccolta differenziata e sul successivo utilizzo.

Siamo convinti che si possa fare - ha detto il Sindaco di Taggia Vincenzo Genduso che in un anno ha raggiunto con il sistema di raccolta 'porta a porta' il 72% di riciclo – chiaramente le difficoltà sono molte, ma si possono raggiungere certi obiettivi e, comunque, i cittadini rispondono. Proprio in questa settimana dobbiamo renderci conto del fatto che questo è un tema su cui siamo molto indietro. Siamo indietro come regione e come provincia per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, ma siamo anche problematicamente indietro per quanto riguarda la produzione pro capite di rifiuti. Ci focalizziamo moltissimo sul discorso della raccolta differenziata, ma facciamo poco o nulla per quanto riguarda la riduzione.”

Secondo i dati forniti da Dino Vincenti e Santo Grammatico, gran parte dei comuni liguri è al di sotto del 35% di raccolta differenziata. Solo il 15% è riuscito ad assestarsi nella forchetta tra il 35 e il 45%; ma i comuni virtuosi, che vantano almeno il 65% di raccolta differenziata, sono principalmente quelli le cui amministrazioni hanno preso delle decisioni e attuato delle riforme abbastanza significative in termini di rifiuti, abbandonando la raccolta stradale e preferendo il 'porta a porta'.

Restano al di sotto di tale soglia però ben 224 comuni, pari al 1.549.540 cittadini, vale a dire il 97% della popolazione ligure, un dato significativo ed allarmante.

"Come associazione – ha detto Santo Grammatico - abbiamo cercato di orientare il piano dei rifiuti regionale di cui però non abbiamo apprezzato il fatto che il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata verrà rimandato al 2020, questo non è accettabile. In questo momento viene messo in discussione tutto quello che è stato fatto dalle associazioni. La Regione ha assicurato di voler rivedere il piano, ma l'impressione che abbiamo avuto è quella che vede la questione rifiuti più che altro in un'ottica interregionale – non dimentichiamo che gran parte dei nostri rifiuti vengono trasportati a Torino – che sul lungo periodo servirà a produrre solo posti di lavoro per autisti, piuttosto che porre rimedio alla questione centrale del trattamento dell'umido."

Dura l'analisi del Vice Presidente Legambiente Nazionale Stefano Ciafani il quale ha sottolineato la precaria situazione in cui versa la Regione Liguria, contrapponendola a regioni che nell'immaginario collettivo sembrano essere quelle più precarie, ma che in realtà sono tutt'altro.

Negli ultimi 17 anni da quando è stato modificato il decreto Ronchi - ha detto Ciafani – è in corso una rivoluzione nella gestione dei rifiuti che è davvero spiazzante. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, le migliori esperienze di riciclo, si registrano al sud, ne è un esempio Salerno. Situazione ben lontana dal quella in cui versa la Regione Liguria che, per certi aspetti, ha fatto un 'furbata', dal momento che il 65% di differenziata avrebbe dovuto raggiungerlo nel 2012. Per attuare un miglioramento fin da subito, la situazione migliore è ora quella di costruire degli impianti per trattare l'organico che non deve essere assolutamente trasportato in altre regioni.”

I dati parlano chiaro, in Campania solo 8 comuni su 352 hanno una percentuale di raccolta differenziata al di sotto del 35%, il che vuol dire che se solo a Napoli si migliorasse la gestione dei rifiuti, potrebbe essere una delle regioni più virtuose d'Italia.

Questo vuol significa che non ci sono territori condannati a morte – ha continuato il Vice Presidente – ma le cose si possono fare ed ora che la Liguria dovrà fare i conti con l'aumento dei costi della discarica, probabilmente innescherà quel processo di miglioramento che è necessario.”

Tra le soluzioni prospettate da Legambiente, dunque, la creazione di impianti di digestione dell'organico, tematiche calde per la nostra provincia che hanno destato qualche acceso confronto fra i presenti, tra cui alcuni esponenti di Sanremo Attiva, rappresentati da Francesca Antonelli.

Digestore aerobico o anaerobico? “Non innamoriamoci di una tecnologia piuttosto che di un'altra – ha chiosato Ciafani - tutto dipende dalla gestione degli impianti e dalla qualità dei rifiuti in esso inseriti, è solo questo che determina la qualità del compost ed è soprattutto per questa ragione che è fondamentale una campagna di comunicazione all'utenza capace di offrirle tutte le conoscenze che la porti a fare una precisa raccolta differenziata.”

La situazione della regione Liguria in termini di riciclo è dunque più grave di quanto si possa pensare, ma è interessante osservare come ci siano piccoli comuni che abbiano iniziato un percorso di crescita e di attuazione di progetti in merito alla raccolta dei rifiuti degni di nota.

Uno di questi il comune di Seborga, che non può certamente essere paragonato a grandi città come Sanremo, Imperia o Ventimiglia - le maggiori produttrici di rifiuti della provincia - ma il cui progetto potrebbe essere applicato in maniera esponenziale anche altrove.

Abbiamo scelto di fare un porta a porta spinto con etichette identificative – ha detto il Sindaco Enrico Ilariuzzi - l'operatore raccoglie quattro volte a settimana. Ciò significa che noi riusciamo ad abbinare il peso di ogni rifiuto all'utente, dunque, nel 2015 potremmo decidere, in base a queste rilevazioni, come tassare e chiaramente come premiare chi differenzia al meglio. Abbiamo introdotto una compostiera di comunità, questo ci evita di smaltire circa 20 tonnellate all'anno in discarica. Siamo passati da 141 tonnellate di indifferenziata raccolte nel periodo del 2013 a 31 nel 2014, con un risparmio di circa 110 tonnellate.”


Simona Della Croce

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