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Attualità | 28 novembre 2014, 19:09

“Festival per vecchi? Area Sanremo conferma il contrario. Sarebbe un peccato dissipare questa fortuna”

Sul suo futuro personale e se non dovesse essere confermato alla guida di Area Sanremo per l’anno prossimo si è fatto un’opinione? “Ogni anno ho cercato di ottenere la riconferma con i risultati, puntando a crescere. Cosa che ci è riuscita. Se dovesse andare diversamente, vorrebbe dire che le logiche sono altre rispetto a quelle del merito”.

Direttore responsabile Area Sanremo Paolo Giordano

Direttore responsabile Area Sanremo Paolo Giordano

Area Sanremo come il vino di qualità: invecchiando migliora. Al contempo però, un po’ come il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde, sembra non invecchiare mai. Ne è convinto il direttore responsabile, Paolo Giordano.“L’edizione di quest’anno, a prescindere da chi vincerà, è segno di una grande vitalità del concorso. Il livello qualitativo medio è molto elevato. Ogni anno i ragazzi sono sempre più preparati e attrezzati”, esordisce.  

Ritiene sia da attribuire ad una generale presa di coscienza e ad una maggiore conoscenza dei meccanismi dei format da parte dei ragazzi con il proliferare dei talent show? “Sicuramente un po' dipende dal fatto che da circa dieci anni ci sono talent show, e i giovani riescono in genere a capire i livelli di attenzione e le cose che vengono maggiormente richieste. Ad Area Sanremo questo aspetto è amplificato. D’altro canto però una delle grandi forze è anche che al concorso partecipa non solo chi sa a cantare, ma anche chi sa interpretare, comporre le canzoni. In pochissimi altri posti in Italia succede questo. Da noi vengono ragazzi che hanno registrato la canzone inedita, con un sogno in valigia e una motivazione molto forte nel cuore.”

Giordano spende una parola di merito per la Commissione di Valutazione, non molto sotto il profilo professionale, quanto sotto l’aspetto umano e artistico: “I professionisti non avevano bisogno di presentazioni, ma mi ha colpito l'umiltà e la curiosità che tutta la Commissione ha avuto nei confronti di ciascun cantante. Ascoltare più di 50 cantanti al giorno per nove giorni è una prova impegnativa sotto l’aspetto dell’attenzione. E la loro è stata ottimale”. E i compensi dei membri della Commissione? Non ne vuole parlare il direttore responsabile ma, of the record, gli scappa “anche perché sono talmente bassi...E posso solo dire che è un grande orgoglio, per me, aver portato a Sanremo le autorità della musica italiana: Mogol, Roby Facchinetti, Ron, per citarne alcuni”.  

Inevitabile un commento sulla chiusura di Sanremo Promotion, partecipata del Comune legata a filo doppio con Area Sanremo. “A me dispiace moltissimo dal punto di vista personale. Ci sono persone con le quali ho lavorato che, secondo me, sono obiettivamente capaci. Persone che avrebbero meritato un po' più di cautela e rispetto, quando si è parlato di questa vicenda”.  

In prospettiva come sarà Area Sanremo e chi ci sarà alla guida? “Non so cosa succederà. So che negli ultimi anni le iscrizioni sono aumentate del 26%. Due degli ultimi tre finalisti del Festival nazionale provengono da Area da Sanremo. Squadra che vince, in genere, non si cambia. La disponibilità mia c'è. Io non sono politico. Sono un tecnico. Mi auguro francamente che il capitale consolidato in questi anni non venga dissipato”.

Assume un tono di voce appassionante quando parla dell’unicità del concorso. “E’ l’unico posto dove uno canta dal vivo un brano inedito. In quasi tutti gli altri format non è possibile assistere ad una cosa del genere. Senza dimenticare l’apertura di credito da parte del pubblico italiano. Nonostante la crisi, non solo discografia ma generale, le iscrizioni sono aumentate. Una fortuna ed un’opportunità che il Comune di Sanremo, se vuole esser città della musica, non può sprecare”.

Segnali per la prossima edizione? “Siamo ancora nell'incertezza. Quelli arrivati in questi mesi, la chiusura di Sanremo Promotion, non sono stati certo positivi. Tutti hanno lavorato in una situazione psicologica difficile. Ribadisco però, da parte mia c'è la disponibilità. Ci credo talmente tanto in questa cosa, che le ferie dal posto di lavoro e dalle altre collaborazioni, le ho dedicate per intero ad Area a Sanremo. Centinaia di ragazzi, chi più bravo chi meno, ma tutti spontanei e genuini, che partono da ogni parte d’Italia, mi hanno trasmesso una grande energia. Dimostrano quanto forte sia ancora la passione per la musica e quanto forte sia l’attrazione di Sanremo. Tutti dicono che il Festival è per vecchi. Area Sanremo conferma l’esatto contrario. Le iscrizioni e i risultati, anche per i nativi digitali, confermano questo trend”.

Sul suo futuro personale e se non dovesse essere confermato alla guida di Area Sanremo per l’anno prossimo si è fatto un’opinione? “Ogni anno ho cercato di ottenere la riconferma con i risultati, puntando a crescere. Cosa che ci è riuscita. Se dovesse andare diversamente, vorrebbe dire che le logiche sono altre rispetto a quelle del merito”. 

Renato Agalliu

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