Sanremo inedito ovvero il cielo capovolto: ecco il nuovo racconto del lettore Pierluigi Casalino

Dalla Riviera il cielo, talvolta, sembra capovolto, diceva un nobile decaduto,che ricordava con nostalgia i fasti di Sanremo alla vigilia della prima guerra mondiale. Capovolto perché (precisava con ricercata disquisizione, fino alla pignoleria) Sanremo è come un passaggio scavato nella terra, da quale ci si al centro del mondo,tramite una voragine, un'apertura quasi invisibile ai più, attraverso la quale si accede all'altro mondo, un percorso che ti conduce ad una diversa dimensione. E si dilungava sulle leggi delle probabilità e sulla possibilità di creare nuove realtà mediante l'intersezione di universi che si avvicinano e si intersecano, generando nuovi universi.

Dal fondo di questa voragine, forse immaginaria, si risale subito.diceva, verso la luce per vedere così il cielo capovolto. Una considerazione quella del nobile che mi sembrava enigmatica ed oscura. Ho sempre pensato, a tale proposito, che quell'eccentrico personaggio fosse imbevuto delle letture di Jules  Verne. Lui accennava (e si illuminava) alle prime gloriose edizioni del Rally di Sanremo, quando Sanremo riviveva le ultime emozioni della belle époque, di una belle époque ormai, invero, travolta dal primo conflitto mondiale, ma ancora viva nella Città Fiori. Una Città dei Fiori che era stata protagonista nel 1920 della Conferenza di Pace che aveva deciso le sorti dei territori ex ottomani.

Decisioni le cui conseguenze problematiche sono ai giorni nostri sotto gli occhi di tutti. Cosa c'entrasse il cielo capovolto me lo sono chiesto più volte. A Sanremo, sosteneva quel signore d'altri tempi, tutto appare capovolto, un caleidoscopio in cui reale e virtuale convivono. Non poteva certo prevedere i giorni della crisi del Terzo Millennio, ma il suo resta un messaggio di speranza. Con il cielo capovolto c'è da pensare che anche questa crisi sia capovolta grazie allo spirito di Sanremo. Uno spirito che quello strano soggetto incarnava.