Sanremo: cingalese colpito da una bottigliata, il pensiero del nostro lettore Daniele D'Adamo

Un nostro lettore, Daniele D'Adamo, ci scrive per intervenire sulla vicenda del cingalese colpito con una bottigliata:

"Ieri sera, cenando in un locale di Bordighera alta, ho assistito alla solita processione di venditori abusivi di rose. Etnia, nazionalità, colore della pelle non c'entrano. Siamo italiani, da sempre emigranti e abituati a nostra volta a essere discriminati ovunuque. Chi spende 50-60 euro per andare a farsi un boccone in un ristorante, tuttavia, lo fa per cercare un po' di pace, per rilassarsi e stare assieme alla propria famiglia. Logico che, continuamente disturbato da tali venditori abusivi (assai insistenti), qualcuno con i nervi meno saldi del solito perda l'autocontrollo e compia un atto inqualificabile contro uno di questi, che probabilmente preferirebbe fare dell'altro e che altrettanto facilmente è sfruttato ad arte. Uomini e donne fuggiti dal loro Paese per non morire di fame per diventare, qui, 'carne da macello'. Sì, inutile nascondersi dietro a un dito: danno fastidio, soprattutto sulle spiagge, ove ogni trenta secondi si è assillati da offerte varie, ovviamente di merce contraffatta. Prendersela con loro, però, sarebbe assolutamente sbagliato. Si tornerebbe alla 'giustizia fai da te', e alla violenza. Ma la soluzione non è così complicata come sembrerebbe. Basterebbero pochi controlli in più (tanto le zone 'calde' son sempre quelle, sia in città, sia sulle spiagge...) da parte delle Forze dell'Ordine (Carabinieri, Polizia, Capitaneria di Porto) e procedere conseguentemente a norma di legge. Come si sta facendo in queste settimane al mercato settimanale di Ventimiglia, finalmente tornato (quasi) in mano ai commercianti regolari".