Ceriana e la Valle Armea: ecco il nuovo racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Un pò più ad est della Punta dell'Arma o Capo Verde, come si dice, si getta in mare il torrente Armea che da il nome all'intera omonima valle, e i cui rami nascono e poi scendono da una semicerchio di rilievi che dal Monte Bignone, attraverso il passo di Ghimbegna (teatro delle gesta dei protagonisti dei rally automobilistici sanremesi) , giungono fino alla fascia d'Ubaga, circondando l'alta vallata e dividendola da quelle limitrofe del Merdanzo, che confluisce a sua volta nel Nervia a Isolabona e dell'Oxentina, affluente del torrente Argentina.

Solo nell'ultimo suo tratto di circa 12 chilometri l'Armea ha creato una minuscola piana alluvionale, su cui insiste una serie di insediamenti industriali, commerciali, da cimitero di sanremo al nuovo mercato dei fiori. Chi volesse arrivare a Ceriana, l'unico centro abitato della Valle Armea, dovrebbe percorrere un'altra via, che sale più in alto, lungo il fianco destro della valle stessa, e che inizia sul cosiddetto e celebre Poggio (noto per le imprese vivacizzate dagli atleti del ciclismo targato Milano-Sanremo). Sul versante opposto si scorgono i suggestivi resti di Bussana Vecchia, il borgo abbandonato dopo il rovinoso sisma del 1887, mentre più in là appaiono le strutture del carcere sanremese. Poco oltre, ancora, la valle si restringe e per qualche chilometro presenta un numero sempre minore di coltivazioni e di agglomerati umani, che in seguito si rifanno frequenti, soprattutto sul lato destro, a monte e a valle della rotabile, che supera i 300 metri di altitudine e poi scende fino a Ceriana. Ceriana è centro dalle straordinarie attrattive e caratteristiche architettoniche e storiche, come già si leggeva nel 1957 nelle pagine degli "Appunti sulla storia medievale di Ceriana", curate dalla studiosa E. De Benedetti. Borgo medievale, ma di origini romane e prima ancora liguri, Ceriana fu sottoposta alle alterne fortune politiche dei diversi potentati dell'epoca, oltre che, in tono minore, peraltro, alle scorrerie barbaresche, fino a diventare possesso genovese. Sotto il dominio della Superba Ceriana restò fino al XVIII secolo.

In quel periodo i contrasti con Genova furono assai frequenti. l'economia del paese era segnata da pastorizia, concia delle pelli (in forma ridotta), agricoltura, olivicoltura, commercio dell'olio sulla costa, dove prevaleva il vitigno e altre seminagioni. Divenuta sede di"giudicatura", poi pretura, Ceriana ricalca la sua storia passata, conservando gli elementi fondamentali delle sue attività produttive, illustrate, in particolare, dalla Crespi, ma anche dalle risorse floreali e ornamentali e dei frutteti. Superata Ceriana si giunge, tra "fasce" ed olivi, ma anche vitigni spesso incolti, il santuario della Madonna della Villa, che domina il paese e poi tra castagne, pini e ancora viti si perviene al già citato passo di Ghimbegna, dal quale si apre davanti alla vista la magia dell'abitato di Baiardo, che si appoggia su un contrafforte che dalla Punta Lodizio, a metri 1083, scende verso occidente e infine forma una cima intorno alla quale si fonda la parte antica del paese, con la vecchia chiesa scoperchiata dal terremoto del 1887.

Nei primi anni duemila Ceriana è stata interessata da disastrosi eventi alluvionali, ma di recente ha saputo rinascere anche in considerazione della tenacia della sua gente e delle risorse del suo territorio. Analogamente si può dire dell'intera vallata. Vi scorre, infatti, una serie di storie di altri tempi, quando donare era un'arte. E Ceriana e sua la valle continuano a donare immagini e memorie ad ampio spettro. Un'antologia di natura e di vestigia che rimane scolpita nell'animo di chi si avvicina a questo luogo.