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Attualità | 10 agosto 2014, 11:38

La zanzara tigre ha colonizzato la provincia di Imperia: analisi su rischi e pericoli che stiamo correndo

Da alcuni anni l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Del Piemonte Liguria E Valle D'Aosta, con sede ad Imperia, sta portando avanti un controllo sulla diffusione della zanzara tigre in quanto portatrice di nuove malattie tropicali.

In questa mappa dell'European Centre for Disease Prevention and Control si può osservare quanto sia diffusa la zanzara tigre (dati aggiornati al gennaio 2014)

In questa mappa dell'European Centre for Disease Prevention and Control si può osservare quanto sia diffusa la zanzara tigre (dati aggiornati al gennaio 2014)

Avere a che fare con le zanzare non vuol dire solo provare quel fastidioso prurito derivante dalla puntura. Lo sanno bene all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Del Piemonte Liguria E Valle D'Aosta, che da anni stanno conducendo studi sulla diffusione anche in provincia di Imperia della zanzara tigre, in quanto pericolosa portatrice di malattie. 

Qui entra in gioco la seconda fase del progetto REDLAV (Réseau durable trasfrontalier de démoustication et de lutee anti-vectorielle ndr), un’attività di controllo sulla zanzara tigre che vede in prima linea l’istituto imperiese. Walter Mignone è il responsabile del progetto oltre che dell’Istituto, che collabora insieme ai colleghi di Torino che effettuano le analisi virologiche. In questi giorni uno stand informativo dell'Istituto Zooprofilattico era attivo su Sanremo per far comprendere alla popolazione. quali rischi corriamo

Abbiamo parlato della diffusione della zanzara tigre e dei rischi in provincia di Imperia con un biologo, il dott. Marco Ballardini, uno dei ricercatore dell’Istituto imperiese.

Perché la zanzara tigre è così pericolosa e come agite? “Redlav è un progetto finanziato dall'Unione Europea che sta interessando non solo la Liguria ma anche la Toscana, la Sardegna e la Corsica. La zanzara tigre è vettore di malattie virali come il dengue, la Chikungunia e la febbre gialla, molto note ai tropici ma che possono arrivare in Europa attraverso lo spostamento delle persone o delle stesse zanzare attraverso le merci. Noi con trappole sul territorio monitoriamo la presenza di questi insetti e con ovitrappole specifiche vediamo fin dove arriva o i periodi in cui ce ne sono di più. Facciamo sorveglianza entomologica catturando le zanzare e vedendo quali sono e facciamo sorveglianza virologica vedendo se portano virus. Se dovessimo trovare questi virus e per fortuna ad oggi in Liguria non ne abbiamo trovati, a quel punto dovrebbe partire una campagna di intervento per bloccare la diffusione ed eliminare la zanzara dalla zona”.

Qual è la situazione sulla provincia di Imperia? “Tra il 2011 ed il 2012 ci siamo spinti nell’entroterra, fino a Molini di Triora, Pieve di Teco ed Isolabona ed in tutte queste zone di campionamento abbiamo trovato uova della zanzara tigre. Tutta la provincia è colonizzata. La zanzara supera il freddo grazie alle uova che si schiudono con il primo caldo. In questa seconda fase ci siamo concentrati sulle aree dove ci sono più possibilità che arrivino zanzare esotiche oltre alla tigre e dove la tigre può fare più danni, che sono le zone di porti, autoporti e aeroporti. Per la riviera dei fiori monitoriamo l’autoporto di Ventimiglia ed il porto di Imperia. Nel resto della regione invece controlliamo Savona, Genova e La Spezia”. 

Perché controllate questi luoghi specifici? “Sono le vie di facile entrata per questi insetti o di persone che possono avere contratto il virus che arrivate qui da noi possono trasmettere proprio grazie alla zanzara che fa da vettore. Per questo la tigre è la più pericolosa tra le zanzare che abbiamo sul nostro territorio. Ad oggi in Liguria abbiamo 11 specie di zanzare, al mondo sono circa un centinaio. Esistono anche altre specie tropicali che potrebbero arrivare sul nostro territorio come la aedes aegypti che potrebbe causare danni in estate ma morirebbe in inverno. Dobbiamo pensare che più il clima si tropicalizza più queste zanzare trovano terreno fertile espandendosi anche nel nord Europa. A Sanremo ad esempio abbiamo la zanzara tigre anche a 900 metri s.l.m.. Quindi tra qualche anno alcune di queste zanzare che ora non sopravvivono al freddo potrebbero un giorno impiantarsi stabilmente”. 

Qual è il rischio più grave derivante dal diffondersi della zanzara tigre? “In Emilia Romagna nel 2007, abbiamo avuto un esempio dei rischi che si corrono da un contagio avvenuto attraverso zanzare. Siamo stati la prima nazione europea a sperimentare un’epidemia di un virus tropicale trasmesso da questo insetto. Si trattava della febbre chikungunia arrivata dall’India e trasmessa da una persona che era stata in vacanza lì. Nel giro di un mese vennero contagiate oltre 260 persone. È un rischio concreto anche qui da noi, basta che qualcuno vada in vacanza o a fare un viaggio di lavoro ai tropici, sia punto dalla zanzara infetta e scopra di avere i sintomi solo al suo ritorno in Italia”.

Quali norme conviene adottare per evitare il diffondersi della zanzara tigre? "Il nostro consiglio è di sfavorire le raccolte d’acqua. Basta un sottovaso con acqua stagnante un copertone o un telone con una pozza o le vasche nelle campagne, possono essere allevamenti involontari di zanzare. Più fa caldo più si riproducono, in estate in 7 /10 giorni passano da uovo a zanzara adulta e quindi hanno completato il loro ciclo e possono iniziare a riprodursi". 

Stefano Michero

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