Un'altra nostra lettrice, Silvana Pastorini, ci ha scritto per intervenire nella vicenda legata al giornalista Oliviero Beha:
"Caro 'giornalista' (ma chiamarla così è offendere la categoria della stampa…), sono una ventimigliese. E me ne vanto. Sarei orgogliosa della mia città anche se fossi calabrese. Lei, con la sua 'cultura', dimostra di essere ignorante della storia della nostra città e dei suoi abitanti. Da bambina, nel dopoguerra, ho giocato al Funtanin e sulla Colla (lei, forse, nel suo giro per Ventimiglia non ha appreso dove siano e che soprattutto cosa rappresentino questi luoghi) con tanti bambini figli di immigrati 'calabresi'. Persone laboriose ed oneste che hanno collaborato con il sudore della fronte alla ricostruzione della nostra città. Ventimiglia. Lei forse ignora come fosse ridotta ad un cumulo di macerie. A scuola ci mescolavamo senza nemmeno sapere l’origine dei nostri compagni, cosa che succede anche ora nelle nostre scolaresche. E, poi, diciamolo con chiarezza: la mafia è delinquenza e, se in Italia ci sono dei delinquenti, potrebbe esserlo anche lei o qualche persona della società o dei salotti di sua frequentazione. Lei ha studiato, penso, anche la storia del nostro Paese, ma non ha capito niente. Dovrebbe aggiornarsi 'storicamente', con onestà intellettuale, su cosa fosse la Calabria prima dell’Unità d’Italia. Al nostro gentile signor Sindaco dico che sono con Lui e con Coloro che vogliono difendere la nostra città".