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Attualità | 16 giugno 2012, 13:59

Imperia: l'intervento di Giuseppe Zagarella sul PUD e il locali della "Movida" estiva

Giuseppe Zagarella

Giuseppe Zagarella

Il cabarettista Fossati, non contento delle brutte figure già collezionate negli anni ed ormai dimentico dell'importanza di documentarsi prima di aprire bocca (che dovrebbe ben conoscere data la sua professione), per l'ennesima volta ha perso l'occasione di dimostrare alla città che i documenti da lui votati probabilmente non li ha mai letti.

Intervengo quindi perché ritengo giusto, essendo stato tirato in ballo da lui e da altri sulla questione del PUD, fare dal mio punto di vista un minimo di chiarezza.

Innanzitutto i ruoli. Seguo questa questione dal punto di vista professionale, e la seguo per svariati operatori sul territorio, come consulente tecnico, dal punto di vista demaniale, della sicurezza, della normativa impiantistica ed antincendio. Non penso di dover dare a Fossati il mio elenco clienti, come non credo che un operatore commerciale debba chiedere ad un tecnico di seguirlo sulla scorta della sua appartenenza politico amministrativa.

Chi si è affidato alla mia consulenza, fino ad oggi, ivi compresa la Confesercenti, ed anche in molte occasione la Confcommercio, o ieri stesso il Comitato San Giovanni, credo lo abbia fatto perché si fidava di me professionalmente, e non certo perché “esponente di opposizione”. Forse nella logica becera di Fossati, a quel punto, avrebbero scelto di appoggiarsi ad un “esponente di maggioranza”...

Ma tant'è... a volte si preferisce sproloquiare che approfondire i problemi per risolverli.

Se la si vuole affrontare con serietà amministrativa la questione del PUD e delle funzioni da esso previste è, a mio modesto modo di vedere, molto più articolata rispetto a quanto paventato negli ultimi giorni sui mezzi di stampa, e provo a illustrarla.

Innanzitutto una precisazione: non mi risulta, letti gli atti, che il Commissario abbia modificato alcunché rispetto a quanto presentatogli dagli uffici, ovvero rispetto alla versione licenziata dai tecnici incaricati dal Comune, dalla Giunta “Strescino bis” e dagli uffici regionali coi quali la stesura è stata portata a termine. Per cui la “polemica politica”, per di più col Commissario, mi sembra oltremodo pretestuosa e gratuita.

In secondo luogo gli aspetti tecnici.

Il PUD nasce per regolamentare l'utilizzo del sedime demaniale e quindi la vita degli stabilimenti balneari. Tutte le concessioni demaniali marittime esaminate dal PUD, attuale e futuro, infatti, sono inerenti a stabilimenti balneari. Tutte ad eccezione di una, la cosiddetta “Baia salata”, che non può essere stabilimento perché non affaccia direttamente sul mare..

Per essa, non affacciando sul mare (e non per “amicizie”) è stata dunque stabilita, in allora (2005) la funzione di locale di pubblico intrattenimento e di pubblico spettacolo, perché ivi già in essere a fronte di complesso iter autorizzativo.

Il fatto che abbia quella destinazione d'uso, peraltro, non la esenta dall'essere soggetta all'obbligo del rispetto di tutte le normative demaniali, urbanistiche, antincendio, sul rumore, di sicurezza, di igiene ecc. ecc., e dalla necessità di sottoporsi alle visite ispettive della Commissione di Vigilanza per locali di pubblico spettacolo e dall'ottenere le licenze ai sensi del T.U.L.P.S., sulla base dei requisiti oggettivi (agibilità dei locali) e soggettivi (la licenza per intrattenimento danzante è personale al legale rappresentante dell'attività).

Altro discorso si deve fare per tutti gli altri stabilimenti balneari.

Per essi, che nascono per esercitare l'attività di “spiaggia in concessione”, il PUD prevede la possibilità di esercitare in molti casi anche altre funzioni, quali, tipicamente, le attività di somministrazione bevande ed alimenti, regolate espressamente dalle apposite licenze e da un quadro normativo comunale, regionale, nazionale e comunitario che ne stabilisce con chiarezza limiti operativi, orari e quant'altro.

In particolare a queste attività è associata una licenza commerciale, di norma stagionale, che li autorizza ad esercitare la somministrazione anche oltre l'orario tipico degli stabilimenti.

Alla licenza commerciale di somministrazione, come ben chiarito dal regolamento del Comune di Imperia, è associata la facoltà di esercitare gli “intrattenimenti musicali”, definiti in maniera molto ampia ovvero come musica, filodiffusione, musica dal vivo, manifestazioni e quant'altro, con la ovvia limitazione di rispettare leggi e regolamenti in materia di impatto acustico e rispetto della quiete pubblica.

Laddove vi sia una licenza commerciale per la somministrazione bevande ed alimenti, quindi, è possibili svolgere intrattenimenti musicali.

Se però durante gli “intrattenimenti musicali” il gestore teme che i suoi avventori possano essere incitati dalla musica a “muoversi”, a “ballare” o a “dimenarsi” egli deve sapere che, all'interno del suo esercizio pubblico la licenza commerciale non autorizza all'”intrattenimento danzante”, regolamentato fin dal 1940 con apposito Regio Decreto e poi da successivi decreti del 2011, e che quindi, se non vuole incorrere nell'”esercizio abusivo di intrattenimento danzante” deve dotarsi di apposita autorizzazione ai sensi del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, sia esso un bar, un ristorante, una qualunque attività commerciale di esercizio pubblico.

Questa è la cosiddetta “licenza da discoteca”, in realtà autorizzazione agli intrattenimenti danzanti, definita dal Comune per “sale da ballo, discoteche, nights, ecc”.

Chi ha richiesto questo tipo di autorizzazione negli anni scorsi ha scoperto suo malgrado che a quel punto se voleva esercitare quel tipo di intrattenimento doveva fare importanti investimenti per adeguare le sue strutture in funzione della capienza, delle agibilità, degli impianti, e di tutto quanto previsto da una serie di norme e leggi estremamente restrittive a tutela dei consumatori e della loro sicurezza ed incolumità.

Alcuni hanno ritenuto di farli quegli investimenti e hanno regolarmente ottenuto anche questa licenza, accessoria di fatto al normale intrattenimento musicale e intestata al legale rappresentante, non volturabile e non cedibile.

Tra questi le “Capanne Africane”, l'”A'Frik”, la “Baia Zen” di qualche anno fa, il “Ferro Carril” di qualche anno fa, la “Spiaggia d'Oro”, e molti di questi li ho anche seguiti personalmente, come tecnico, non certo per autorizzarli, non essendo questo tra i miei poteri, ma per progettare per loro impianti o sistemi antincendio o altro affinché fossero idonei, e perché ion sede di Commissione Vigilanza avessero i requisiti oggettivi per essere ritenuti idonei dall'ASL, dall'ARPAL, dal Comune, dai Vigili del Fuoco ed ottenessero l'agibilità specifica.

Questo è il motivo per cui chi ha ottenuto quelle licenze in realtà sarebbe a mio avviso da incentivare e non certo da penalizzare, esponendosi a una serie tale di controlli che costituisce la migliore garanzia per la collettività.

Questo è quanto fino ad oggi, condiviso dagli uffici Commercio del Comune, si è fatto.

Se poi il dirigente del settore Demanio o chi per esso ritiene che questo iter non sia stato corretto lo pregherei, anche per amor di conoscenza, di spiegarci perché.

Ma prima, per piacere, sia chi sia, si documenti.

 

Beppe Zagarella

Gabriele Piccardo

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