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Al Direttore | 25 aprile 2012, 17:42

Discussione sul 25 aprile e guerra partigiana, un lettore cita il libro 'Il Sangue dei Vinti' di Pansa

"La verità prima o poi viene a galla..."

Discussione sul 25 aprile e guerra partigiana, un lettore cita il libro 'Il Sangue dei Vinti' di Pansa

"Vorrei invitare a leggere il saggio scritto da Giampaolo Pansa ed edito da Sperling & Kupfer, intitolato "Il Sangue dei Vinti" e il Libro nero sul Comunismo.

Il libro molto contestato da parte della sinistra italiana (in particolar modo dall'ANPI) - racconta delle esecuzioni e dei crimini compiuti da ex partigiani e da altri individui dopo il 25 aprile 1945, verso persone presente fasciste e non comunisti. I partigiani responsabili di gravi misfatti, militari e civili, ma anche, nel clima di guerra civile, alcuni anziani, donne e bambini che, in alcuni casi senza colpa alcuna, come pure l'omicidio di partigiani non comunisti e giornalisti uccisi per il loro coraggio nel denunciare le vessazioni e le violenze operate nel 'triangolo della morte'. In questo quadro non pochi sarebbero stati i crimini animati da spirito di rivalsa, vendetta, odio di classe e calcolo politico. Il libro si sviluppa su due piani paralleli: da un lato i misfatti vengono illustrati seguendo un percorso geografico che, partendo da Milano ed irradiandosi al resto della Lombardia, passa al Piemonte (terra natale dell'autore che arricchisce la descrizione con suoi personali ricordi ed impressioni) lungo un itinerario che da Novara, a Torino, Cuneo e Vercelli, sfocia a Genova ed in Liguria e poi giunge sino in Veneto, dopo aver attraversato l'Emilia-Romagna da Reggio, a Modena, a Bologna. È un itinerario dolente nel quale si dipana un tragico rosario di violenze e  di sangue, costellato ora di semplici seppur dolorose umiliazioni e sopraffazioni, ora di processi sommari ed omicidi esemplari, sino a raggiungere la dimensione di vere e proprie stragi. Ne fanno le spese indifferentemente militi e politici della RSI e personaggi accusati di essere spie o collaborazionisti, giovani e ragazzini  difficilmente individuabili come criminali la cui colpa era a volte solo quella di essere imparentati con qualche fascista. Inseguiti a fucilate e talvolta assassinati i reduci, alle giovani ausiliarie delle milizie ed organizzazioni fasciste repubblicane tocca spesso un duro calvario: umiliate e disumanizzate, rasate a zero e trascinate come bestie dome in pubblica piazza, sono esposte al pubblico dileggio cui, a volte, segue un'esecuzione sommaria. Dopo i giorni dell'ira, che coincisero con la fine della guerra e culminarono  simbolicamente nell'esposizione dei corpi trucidati e oltraggiati del Duce  Benito Mussolini e di Claretta Petacci in piazzale Loreto a Milano (che lo  stesso Ferruccio Parri stigmatizzò immediatamente definendolo un 'episodio di  macelleria messicana') violenze, razzie, torture, stupri ed omicidi giungono a  colpire anche chi è solo sospettato di una qualche familiarità con i fascisti, per poi allargarsi a colpire piccoli industriali e proprietari terrieri, sacerdoti, e persino partigiani bianchi e cattolici impegnati in politica nella DC. Accanto a questo percorso spaventoso e dolente, l'autore Pansa, affianca un  piano narrativo teso a focalizzare e a mostrare al lettore - da vicino e sin quasi nell'intimo, dal loro punto di vista - l'umanità delle vittime di questa  coda di sangue e violenza che segue una guerra spaventosa e che si trascina nel suo orrore per circa due anni. La verità prima o poi viene a galla.... Achille".

Redazione

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