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In Breve

| 23 settembre 2010, 07:31

Sanremo: 'Notte bianca', Pupe o secchiello? I Gufi del Sindaco Zoccarato

I gufi, in Riviera, gufano. E portano sfiga. Non si può organizzare qualcosa che ecco cominciano a cantare. Ma nella città dei fiori ........

Sanremo: 'Notte bianca', Pupe o secchiello? I Gufi del Sindaco Zoccarato

Ora lo sappiamo. La Riviera è infestata da una serie particolare di gufi, nome scientifico “Bubus Sanremensis”. Sono animali infidi, bui, che abitano le notti, soprattutto quelle bianche. Se ne stanno in disparte, aspettano, sperano che qualcosa vada male: un acquazzone, un black out, il forfait di un’artista. Vivono di aerei in ritardo, treni soppressi, ministri che non arrivano o si dimettono, traffico asfissiante e deprimente. Non sono i comuni strigiformi dallo sguardo cupo e dal volo fatato che conosciamo tutti. Non nidificano nei sottotetti o sugli alberi, come si potrebbe credere, ma passeggiano tranquillamente in centro, scrivono sui giornali: quelli che vedete svolazzare sul porto e lordare automobili sul lungomare non sono piccioni ma sicuramente gufi.

Sarebbero così tanti che i turisti milanesi piazza Colombo la chiamano già, sottovoce, piazza Gufo. Il gufo, quello vero, in natura, si dice che “bubola”. Non “Massimo” (quello di Rimini, Don Raffaè e altre canzoni di Fabrizio De Andrè), ovviamente. E’ solo un caso per Sanremo che il nome del loro verso somigli a quello di un cantante.

I gufi, in Riviera, gufano. E portano sfiga. Non si può organizzare qualcosa che ecco cominciano a cantare. Ma nella città dei fiori non si limiterebbero al loro solito lugubre fu-fu. A volte dicono cose vere. Ma tanto sono gufi, non li ascolta nessuno.   A scoprire la specie autoctona, sarebbe stato proprio il sindaco Zoccarato. Il primo cittadino, però, stanco di vederli infestare le stanze di palazzo Bellevue, con i consueti toni moderati e tolleranti, ha dichiarato loro subito guerra ed aperto la caccia: spezzeremo le reni ai gufi. Già con la passata notte bianca, sarebbero stati, a sua detta, sterminati: non se né visto volare uno. Infatti, tutto è andato secondo programma. La gente s’è riversata in via Matteotti anche se non c’era granché da fare. Poche le mostre e i musei. Sui palchi non si sono visti nomi importanti. Bar e locali erano pieni delle solite cover-band che tutti conosciamo. I negozi chiusi sono rimasti chiusi.

Ma non ha piovuto. Non una goccia, non una spruzzatina. I gufi sono stati sconfitti. Esultate gente, esultate. Vinti i gufi alla notte bianca l’indomani è un altro giorno nero. La notte bianca passa, i problemi no. I sanremesi lo sanno bene: è stato un sabato del villaggio come un altro.

Ma il problema è che una notte bianca così, senza idee, senza nomi, non s’era mai vista. La “notte bianca” non può essere una scusa come un’altra per emettere scontrini fiscali e svuotare i magazzini. Per molti commercianti non lo è stata nemmeno per alzare la serranda. Potrebbe esserlo se le manifestazioni a contorno lo meritano. Ma probabilmente bisogna ridimensionare la portata di questo tipo di manifestazioni a Sanremo. Ormai quello delle notti bianche è un campionato tra pochi. Con quello che costano poche città se le possono permettere, organizzando un capodanno apocrifo, festeggiando un patrono laico. Sono state brave ad adattarle a ciò che potevano offrire, senza ripetere un modello trito e ritrito e usare questa bella formula dostoewskjiana per colorire di bianco la solita serata in cui mancano idee e sostanzialmente non succede nulla. Se la cavano le città che offrono cultura, musica e divertimento di qualità.

Sanremo che, al contrario, rinnega il proprio patrimonio culturale inseguendo i format della televisione spazzatura e inducendo i giovani al poker ‘ hold’em e all’azzardo, che pretese può avere?

Nemmeno la notizia che Sanremo Promotion avrebbe pagato 100 mila euro per la campagna promozionale di “Le pupe e il secchiello” alla società di cui fanno parte i figli di Lele Mora, ha risollevato gli animi, regalando una notte bianca di pupe.

Non ci resta che riempire il secchiello.

Eppure di cose da fare ce ne sarebbero state sabato scorso. La recente giornata del Fai organizzata nella Pigna ha dimostrato che Sanremo è in grado di attirare un grande pubblico anche senza mostrare veline e ragazze discinte. C’erano due importanti ricorrenze. Una, quella di Rubino, mai troppo celebrata. L’altra era l’anniversario della scomparsa di Italo Calvino: né un reading, né uno spettacolo a lui dedicato nella sua città. Un amore difficile quello dello scrittore con Sanremo. Per fortuna ci ha pensato Torino che gli ha dedicato una serata in Piazza San Carlo.  

Il sindaco Zoccarato, Giuffra e Di Ponziano sono comunque felici del successo. La crociata antigufi ha funzionato. Zoccarato sarebbe andato personalmente in giro con retino per tutta la notte bianca e li avrebbe presi tutti. Per il futuro sarebbero già state assunte nuove figure professionali: gli accalappia-gufi. Una specie di ghostbusters per chi si azzarderà a gufare sul meteo e altro di Sanremo.

Come primo compito li hanno mandati al Casinò. 

Giacomo Revelli

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